L’arte per me è sempre stata una grande risorsa, un toccasana. Mi ha calmata in momenti di tensione, mi ha fatto esprimere quando le parole non uscivano e mi ha fatto respirare quando mancava l’aria, portandomi in mondi fantastici. Il disegno mi ha accompagnato a lungo nella mia crescita personale.
In generale, mi piace provare, toccare con mano, sperimentare varie cose costruendo, usando materiali. C’è un fluire tra la materia e me e divento un tutt’uno con quel materiale, mi immergo in quel momento totalmente, con tutti i sensi e non è detto che il risultato sia “un’opera” e poco mi importa.
È proprio tutto il viaggio che faccio, passando da uno stato all’altro, perdermi per poi ritrovarmi, osservando, permettendomi di stare nel processo, apprezzando ogni momento e alla fine sentirmi rilassata, in equilibrio con me e con ciò che mi sta attorno.
Prima di tutto il viaggio lo faccio per me, una mia ricerca, non “creo” per far vedere agli altri. Per anni non ho detto che disegnavo, poi pian piano ho iniziato a condividere e a mostrare qualcosa. È principalmente un mio percorso interno, la mia “cura” e per questo per me l’arte è una risorsa.
Al di là della mia passione, mi piace leggere molto sulla creatività e sull’espressione creativa. Ho spaziato molto come crescita personale alla scoperta di varie modalità di essere creativi: la maschera neutra nel teatro, il percorso di clown, entrambi forme di espressione “artistica corporea”. Successivamente pittura e poesia, passando per il collage e i mandala. Ho anche partecipato a corsi di djembé e mi sono costruita il mio tamburo sciamanico. L’arte per me è tutto ciò che emoziona, ciò che aiuta a crescere e ciò che amplia la visione.
Negli anni ho avuto la possibilità di fare volontariato con bambini, adolescenti e anche adulti e ho potuto condurre piccoli laboratori esperienziali creativi o, all’interno degli incontri individuali, piccoli momenti di espressione di sé attraverso il colore o altre forme creative. Mi meraviglia sempre l’effetto che questa modalità ha sulle persone, come una persona che è trattenuta nel parlare in gruppo, attraverso il disegno o le metafore riesce ad aprirsi e raccontare le sue idee. Vedere questo processo di crescita nelle persone, mi stupisce sempre e le loro “creazioni” diventano per me opere inestimabili proprio perché osservo con curiosità il processo che hanno attivato, le riflessioni che sono emerse dentro loro e che mi fanno sempre l’effetto WOW!!!
Provo infinita gratitudine per me che continuo a ricercare modi per praticare questa mia passione e sono grata anche alle persone che mi fanno entrare nei loro mondi. Questo mio essere curiosa e ricercatrice mi ha portato ad aprirmi sempre di più, a essere disponibile alle relazioni, a condividere la bellezza, a cambiare punti di vista e ad ampliare il mio modo di vedere e crescere.
Nella mia ricerca ho trovato questo libro e mi è piaciuto molto perché affronta l’arte in modo diverso, cioè attraverso delle parole chiave, partendo dal mondo contemporaneo. Quindi diventa un vero e proprio viaggio, che tocca vari movimenti, protagonisti, simboli e rappresentazioni in veste teorica; le tante illustrazioni rendono il viaggio leggero e i laboratori esperienziali citati diventano un qualcosa di pratico da utilizzare sia per se stessi e anche con le altre persone.
Un libro che può essere letto consecutivamente e sfogliato per estrapolare solo la parola di interesse. Il fatto che ci siano anche tante foto di laboratori di bambini lo rende pratico e concreto anche per genitori e professionisti che lavorano con bambini.
All’inizio ho letto solo alcune parole, poi, siccome lo trovavo veramente molto ben fatto, l’ho letto tutto. Mi ha dato molti spunti per alcuni laboratori e mi ha fatto venire anche altre idee adattando le proposte lette. Ho anche potuto riflettere su alcuni concetti e idee che gli autori presentavano e confrontarli con le mie riflessioni.
Questo libro mi ha dato molto, ho apprezzato la professionalità degli autori che hanno prodotto un testo stimolante su più piani. Lo consiglio veramente a chi è appassionato di “arte” e che la usa nella propria professione.
ARTE PER CRESCERE. Paola Ciarcià e Marco Dallari, Edizioni Artebambini, 2016.
È segnalato in ArKani Segnali perché: fornisce una panoramica sull’arte, attraverso spiegazioni e illustra possibili laboratori
È segnalato per: counselor, genitori, educatori, insegnanti e a tutti quelli a cui piace l’arte
Ho scelto questa mia foto perché: a me le nuvole piacciono un sacco… a volte mi metto ad osservare e cerco di vedere se ci sono forme… altre volte mi sembrano dei ciuffi di panna e alle volte delle pennellate… mi piacciono perché mi fanno viaggiare con il cuore, come l’arte.
Sandra Isolini
fonte: Arka Associazione
“Imparo a litigare bene: la gestione armonica del conflitto, un ingrediente essenziale della relazione”
Questo incontro è dedicato al tema del conflitto inteso come parte integrante della relazione. Si invita a uscire dalla “logica della soluzione” secondo la quale il conflitto rappresenta qualcosa di problematico da eliminare e si invita ad abbracciare la “logica dell’esplorazione” osservando il conflitto con curiosità, com-prendendo quanto accade dentro sé e nella relazione con l’altro. Si esplorerà la comunicazione assertiva e la tecnica del Messaggio-Io come ingredienti per proporre critiche e richieste costruttive e per generare un interesse comune ed entrare nella logica dei vantaggi reciproci e del “vinci-vinci”.
“Comprendo l’altro: l’Ascolto Attivo al servizio dell’incontro pieno e autentico”
Incontro teorico-esperienziale che mira a favorire la presenza, la consapevolezza e l’accoglienza di se stessi come presupposto per comunicare efficacemente e incontrare pienamente e autenticamente l’altro.
L’incontro è dedicato all’Ascolto Attivo come attitudine e tecnica elettiva per accogliere e com-prendere genuinamente il mondo soggettivo dell’altro. Le tecniche della riformulazione e della delucidazione ci aiutano a correggere le nostre lenti deformate della VISSI (Valutazione, Indagine, Supporto, Soluzione, Interpretazione) e a osservare il mondo dell’altro con i suoi occhi, fianco a fianco con il suo ritmo, aiutando l’altro ad esplorarsi; è cosi che possiamo davvero incontrare l’altro con curiosità e stupore costruttivo, piuttosto che relazionarci all’immagine fissa e stereotipata che dell’altro abbiamo costruito.
Metodologia: Attraverso una metodologia didattica attiva i contenuti teorici verranno costantemente affiancati da coerenti esercitazioni pratiche individuali, a coppie e di gruppo, per favorire un migliore apprendimento attraverso l’esperienza diretta.
Costi: 60 euro per ciascun modulo + 40 euro di tessera associativa.
Gli incontri, pensati come percorso, sono frequentabili per singoli moduli oppure come ciclo.
Attestato finale: ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza.
“Individuo e supero gli errori comunicativi: co-creare una comunicazione efficace”
Incontro teorico-esperienziale che mira a favorire la presenza, la consapevolezza e l’accoglienza di se stessi come presupposto per comunicare efficacemente e incontrare pienamente e autenticamente l’altro.
Questo incontro è dedicato alla consapevolizzazione di quei filtri cognitivi che ci impediscono di comprendere quello che realmente succede e di esprimere quello che è davvero importante per noi. Prendere coscienza dei nostri errori nella comunicazione è importante perché, riconoscendo e superando i nostri limiti ed eliminando ostacoli inutili spesso legati a giudizi e pregiudizi, possiamo compiere un passo avanti decisivo per creare insieme all’altro un incontro più costruttivo ed efficace.
Metodologia: Attraverso una metodologia didattica attiva i contenuti teorici verranno costantemente affiancati da coerenti esercitazioni pratiche individuali, a coppie e di gruppo, per favorire un migliore apprendimento attraverso l’esperienza diretta.
Costi: 60 euro per ciascun modulo + 40 euro di tessera associativa.
Gli incontri, pensati come percorso, sono frequentabili per singoli moduli oppure come ciclo.
Attestato finale: ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza.
“Le radici che permettono di volare”
Cosa sono le costellazioni familiari?
Le costellazioni familiari sono un metodo creato da Bert Hellinger.
Questo lavoro è molto efficace perchè consente di mettere in luce e sciogliere “irretimenti” e carichi familiari che si trasmettono di generazione in generazione e che possono essere causa di alcuni disturbi, anche fisici e che non ci permettono di vivere un’esistenza completa e soddisfacente.
Le relazioni che creiamo con la nostra famiglia d’origine spesso influenzano tutto il percorso della nostra vita. Scoprire i legami che ci tengono vincolati, per liberarcene, mantenendo l’amore e la fiducia, è un atto di rispetto che onora noi stessi e tutto il nostro sistema.
Il corso si propone di accompagnare il gruppo in un percorso esperienziale fatto di meditazione e di costellazioni, per acquisire consapevolezza sulle relazioni familiari in atto nella coppia, nella famiglia attuale e in quella d’origine. Solo riscoprendo le nostre origini possiamo trovare la serenità necessaria e la gioia di vivere.
“…se qualcuno mette in scena la famiglia secondo un’idea che si è fatto prima, questa non corrisponde mai alla realtà. L’immagine della famiglia, così com’è veramente, viene alla luce solo passo dopo passo durante la messa in scena… Ma si può vedere che i parteci-panti ad una rappresentazione familiare, se vengono messi in relazione l’uno con l’altro, non sono se stessi, ma si comportano come i veri membri familiari che rappresentano e sentono come loro.” (B. Hellinger)
Vuoi partecipare?
Puoi partecipare come COSTELLANTE perchè desideri lavorare in prima persona sulla tua famiglia d’origine o su una tua tematica.
Altrimenti puoi partecipare come RAPPRESENTANTE, in modo attivo, senza portare la tua personale domanda.
Costo:
Costellante 200,00 euro / Rappresentante 100,00 euro
“Riconosco e soddisfo i miei bisogni: un obiettivo realizzabile”
Incontro teorico-esperienziale che mira a favorire la presenza, la consapevolezza e l’accoglienza di se stessi come presupposto per comunicare efficacemente e incontrare pienamente e autenticamente l’altro.
In questo incontro, con l’aiuto della mappa del “Ciclo di soddisfacimento dei bisogni” proposta dalla teoria della Gestalt, scopriremo insieme come sia possibile soddisfare i nostri bisogni partendo dall’ascolto di sé e mobilitandoci verso l’ambiente per soddisfarli pienamente con un adattamento creativo dato il contesto. Più siamo in grado di ascoltare i nostri bisogni e più creiamo la premessa del benessere personale e relazionale.
Metodologia: Attraverso una metodologia didattica attiva i contenuti teorici verranno costantemente affiancati da coerenti esercitazioni pratiche individuali, a coppie e di gruppo, per favorire un migliore apprendimento attraverso l’esperienza diretta.
Costi: 60 euro per ciascun modulo + 40 euro di tessera associativa.
Gli incontri, pensati come percorso, sono frequentabili per singoli moduli oppure come ciclo.
Attestato finale: ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza.
“Incontro me stesso: la bellezza di accogliermi nella mia complessità”
Incontro teorico-esperienziale che mira a favorire la presenza, la consapevolezza e l’accoglienza di se stessi come presupposto per comunicare efficacemente e incontrare pienamente e autenticamente l’altro.
È un incontro per favorire la presenza, rivolgendo l’attenzione e l’accoglienza verso noi stessi, verso le nostre sensazioni, emozioni e pensieri, requisito essenziale per poter successivamente accogliere l’altro. Solo essendo consapevoli di noi possiamo relazionarci all’altro scegliendo respons-abilmente, piuttosto che reagendo inconsapevolmente. Quanto può essere significativo nei diversi momenti della giornata, entrare in contatto con i vari aspetti di noi e agire in ascolto di ciò che sentiamo, proviamo e pensiamo, anziché muoverci in automatico?
Metodologia: Attraverso una metodologia didattica attiva i contenuti teorici verranno costantemente affiancati da coerenti esercitazioni pratiche individuali, a coppie e di gruppo, per favorire un migliore apprendimento attraverso l’esperienza diretta.
Costi: 60 euro per ciascun modulo + 40 euro di tessera associativa.
Gli incontri, pensati come percorso, sono frequentabili per singoli moduli oppure come ciclo.
Attestato finale: ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza.
By Silvia Carbogno. Published on 29 Febbraio 2020. 0
”Se quell’omino verde di Marte arrivasse e ci chiedesse di spiegarci le nostre tecniche per attuare il cambiamento umano, e se glielo dicessimo, non si gratterebbe la testa (o il suo equivalente) per incredulità, e non ci chiederebbe perché siamo arrivati a teorie così complicate, astruse e inverosimili, invece di indagare prima di tutto su come il cambiamento umano avvenga in modo naturale, spontaneo e quotidiano?”
Paul Watzlawick, dal libro “Changing for good” dello Psicologo James O Prochaska.
Ci troviamo spesso a pensare di voler cambiare qualcosa della
nostra vita, per es. iniziare a fare sport, assumere abitudini
alimentari sane, comunicare in maniera assertiva, fare delle scelte in
maniera più consapevole…la lista potrebbe continuare all’infinito…
Ancora più spesso facciamo esperienza di non riuscire a mettere a fuoco da dove cominciare, oppure abbiamo difficoltà ad effettuare il primo passo. Capita di pensare che il primo comportamento di cambiamento che riusciamo a mettere in atto implichi già quel “per sempre”, “definitivo” che suggerisce il titolo, sperimentando poi, un senso di frustrazione per non essere in grado di sostenere e mantenere il nuovo comportamento.
“Changing for good” nasce dall’esigenza dell’autore di capire
quali elementi e strategie accomunano coloro che riescono a raggiungere
un obiettivo di cambiamento senza il supporto del counseling o della
terapia, e suggerisce un modello transteorico, cioè trasversale
rispetto ai vari approcci psicologi, che possa rispondere alla
necessità di una teoria generale del cambiamento.
Tale modello è composto da 6 fasi: pre-contemplazione,
contemplazione, preparazione, azione, mantenimento, conclusione.
Ciascuna fase è funzionale a quella successiva e ci permette di passare
dall’idea di spostarci da “dove siamo” , fino ad arrivare a “dove
vogliamo essere”, attraverso la messa in atto di comportamenti
consapevoli ed efficaci.
“Changing for good” è un libro di auto, che ci supporta nel
comprendere quanto sia importante, ancora prima di agire, avere chiaro
dove siamo rispetto a ciò che vogliamo raggiungere, in quale fase del
cambiamento ci troviamo, e quali siano gli strumenti più adatti a
esplorare e superare quella specifica fase, per passare poi a quella
successiva.
Nonostante sia ricco di esempi legati alle dipendenze e
alla depressione, ritengo sia molto utile, perché descrive un modello
trasversale, applicabile ad ogni situazione di cambiamento della vita
quotidiana.
Lo consiglio sia a chi desidera avere uno strumento efficace di
consapevolezza e azione, da utilizzare per motivarsi e agire un
cambiamento, sia ai counselor, per facilitare il cliente a riconoscere
la fase in cui si trova e a supportarlo utilzzando, strumenti di
intervento adeguati alla fase in cui si trova il cliente.
Un libro,
inoltre, che sottolinea l’importanza di riconoscere i nostri bisogni e
prenderci il tempo necessario affinché il cambiamento avvenga nel
rispetto di ogni fase. E ci ricorda che siamo umani, che gli errori, le
ricadute, i passi indietro, sono occasione ulteriore di monitoraggio del
processo, di valorizzazione di ciò che è stato fatto e, davvero,
strumento di auto-conoscenza e auto-consapevolezza, miglioramento e
crescita continua.
Changing for good, di James O. Prochaska, Ph.D., John C. Norcross, Ph.D., Carlo C. DiClemente, Ph.D. – HarperCollins e-books. Prima edizione 1994.
È segnalato in ArKani Segnali perché: è uno prezioso strumento di auto-aiuto e di supporto nei processi di cambiamento
È Segnalato per: tutti, operatori delle professioni d’aiuto
Ho scelto questa mia foto perché: questi frutti di agave sono il risultato di un raro e prezioso processo di crescita e cambiamento di cui sono stata testimone
Fonte: Arka Associazione
Qualche tempo fa sono venuti ad abitare nel mio palazzo dei nuovi vicini: mamma e papà quarantenni, un ragazzino di una decina d’anni e un cane, un pastore abruzzese decisamente grande, anche se dalla vitalità e dal suo entusiasmo sembra ancora abbastanza giovane. Una famigliola tranquilla, persone gentili, con cui ci si saluta con cordialità se ci si incontra in portineria o in cortile.
Tutto perfetto. Salvo il fatto che lasciano spesso il cane da solo in casa, con la finestra aperta sul balcone: basta un minimo movimento in cortile, che lui si affaccia e incomincia ad abbaiare. Qualcuno scende a buttare l’immondizia, lui abbaia. Qualcuno va a prendere la macchina nel box, lui abbaia. C’è un trasloco e i traslocatori stanno tutto il giorno in cortile a mettere mobili sul camion: lui abbaia tutto il giorno.
All’inizio mi dispiaceva per il cane: me lo immagino costantemente in ansia, perché per natura fa la guardia e ogni movimento in cortile per lui è una minaccia. Poi piano piano il dispiacere si è trasformato in fastidio e quindi in rabbia. Naturalmente non verso il cane, bensì verso i cosiddetti padroni, cioè gli umani che dovrebbero occuparsene, perché lo lasciano solo tutto il giorno, perché lo lasciano in una condizione (io credo) di costante ansia, perché non si preoccupano che il continuo abbaiare di un cane possa creare disturbo ai vicini, trattandosi di fatto di “un’invasione acustica”.
Siccome sono una persona gentile ho cercato una soluzione creativa, provando ad evitare le lettere di reclamo, le segnalazioni all’amministratore del condominio o altre forme di intervento più o meno aggressive. Purtroppo ho esitato un po’ troppo e quindi il rimanere ancora del tempo in quella situazione sgradevole l’ha resa sempre più un’ossessione: bastava che il cane abbaiasse anche solo una volta, che il mio umore ne risentiva, diventavo nervosa e insofferente, ero in casa mia e ci stavo a disagio, mi sentivo impotente e incastrata in una situazione senza via di uscita. Mi sentivo in ostaggio.
Per fortuna mi è venuto da usare proprio questa parola, “ostaggio”, e questo mi ha dato lo spunto per uscire dal tunnel in cui mi ero cacciata. Sì perché mi è tornato in mente il libro di George Kohlrieser “La scienza della negoziazione. Come gestire i conflitti e avere successo (nella vita e nel lavoro)” che ho letto alcuni anni fa e mi si è subito aperto uno spiraglio.
George Kohlrieser è uno psicologo clinico e organizzativo di fama mondiale, si occupa di gestione di conflitti e ha grande esperienza nella gestione della violenza e nella negoziazione degli ostaggi. In questo suo libro si rivolge a tutti, professionisti e persone comuni, a chi ha conflitti sul lavoro, in famiglia e nella vita privata, a chi evita i conflitti e a chi “se li va a cercare”; il filo conduttore è che se siamo in una situazione conflittuale, con noi stessi o con qualcun altro, siamo sempre ostaggi: di emozioni che non sappiamo comprendere, di paure e insicurezze, vittime delle nostre incapacità relazionali.
Kohlrieser mette a disposizione la sua esperienza di negoziatore, anche con molti esempi tratti dalla sua carriera professionale, e offre delle istruzioni operative per affrontare i conflitti, per superare lo statusdi vittima della situazione e riprendere in mano efficacemente la propria vita.
Gli strumenti che utilizza hanno a che fare con la nostra intelligenza emotiva e con la nostra competenza comunicativa: saper riconoscere e accogliere le nostre emozioni, saper creare un legame emotivo con l’altra parte nel conflitto, sapere ascoltare e stare nel dialogo.
Attraverso l’empatia, sia verso se stessi che verso gli altri, e grazie all’ascolto attivo e alla comunicazione autentica, è possibile entrare nei conflitti in maniera costruttiva, renderli “maneggiabili” e gestirli efficacemente. In buona sostanza: liberare quella parte di noi in ostaggio della situazione sgradevole.
Tornando al cane che abbaia in balcone: sono andata a rileggermi le parti salienti de “La scienza della negoziazione” e ho provato a empatizzare con i miei vicini, me li sono immaginati incapaci di gestire un cane in questa situazione (cane sempre in allerta, vita condominiale), ho pensato che possano non sapere che il cane abbaia spesso, oppure esserne consapevoli ed essere a disagio nel non sapere cosa fare… e ho trovato la soluzione.
Invece di arrabbiarmi, litigare, denunciarli all’amministratore, ho pensato di invitarli a bere un aperitivo nel bar sotto casa, di raccontare le mie preoccupazioni per il loro cane e anche i miei fastidi, le mie rabbie; ho pensato di parlare loro di un’amica che si occupa di educazione cinofila, di dir loro che anche con gli animali si può entrare in empatia, si può imparare a entrare in relazione e a riconoscerne i bisogni, anche con gli animali si può imparare a dialogare.
Aspetto l’occasione buona per invitarli all’aperitivo, eppure già solo questi pensieri mi hanno fatto stare meglio. In effetti, se possiamo dialogare con gli animali, forse possiamo imparare a farlo anche con gli umani.
LA SCIENZA DELLA NEGOZIAZIONE.Come gestire i conflitti e avere successo (nella vita e nel lavoro) di George Kohlrieser, Sperling & Kupfer Editori, 2011
È segnalato in ArKani segnali perché:imparare a stare nei conflitti con autenticità ed empatia ci rende liberi
È segnalato per: tutte/i
Fonte: Arka Associazione
È da anni che lavoro con gruppi di adolescenti, prima in ambito di volontariato e successivamente come professionista con il counseling. Mi è capitato spesso di confrontarmi con adulti, educatori o genitori, che mi dicono di aver difficoltà a comprendere o comunicare con i ragazzi. Mi piace molto il mondo dell’età evolutiva, soprattutto degli adolescenti, perché è così ricco ed è il nostro futuro. Sono quindi sempre alla ricerca di nuove letture sia per gli adolescenti, sia per me per continuare a formarmi, sia per i genitori, come supporto nel loro cammino.
Mi sono imbattuta in questo libro un po’ per caso. Da subito mi è piaciuto perché creativo, con colori, foto, parti scritte a mano. Sfogliandolo, ho notato che raccoglie molte voci: racconti dei ragazzi, esperti che scrivono, schede di approfondimento e filmografia ed inoltre è recente, del 2018. Questo insieme di fattori mi ha fatto acquistare il libro.
È un libro che può leggere un adolescente e allo stesso tempo è interessante anche per chi lavora con i ragazzi. Personalmente mi è piaciuto perché sono gli stessi ragazzi a raccontare attraverso mail o lettere di alcune tematiche attuali quali i social, il loro corpo, le loro idee sulla società oggi, il terrorismo, la società multietnica, l’inquinamento e molto altro; un modo per loro di parlare e raccontarsi e un’opportunità per noi adulti per essere “ascoltatori”.
Oltre ai racconti dei ragazzi ci sono delle schede di approfondimento sulle tematiche trattate da esperti, narrazioni di chi “scrive per mestiere”; schede operative da poter utilizzare come strumenti di lavoro “riflettiamoci su” e “discutine con l’insegnante” per ragionare con i ragazzi.
Questo libro per me è un’integrazione tra le riflessioni degli adolescenti e la loro visione del mondo, il parere degli esperti e scrittori famosi su questa fascia di età. È un primo passo per poterci avvicinare con curiosità e apertura ad un mondo futuro visto anche con gli occhi dei protagonisti.
A CHE GIOCO GIOCHIAMO? di Brillante Massaro, Gruppo Editoriale Raffaello, 2018.
È segnalato in ArKani Segnali perché: è utile per la formazione in counseling di chi lavora con gli adolescenti.
È segnalato per: counselor, genitori, educatori.
Ho scelto questa mia foto perché: mi ricorda un gruppo counseling di quest’estate quando ho lavorato con un gruppo di animatori. Rappresenta il momento e il punto di forza del gruppo “l’integrazione, la potenza ed il valore della collaborazione” quando adolescenti e adulti aprono reciprocamente i propri cuori.
Sandra Isolini
Fonte: Arka Associazione